lunedì 20 gennaio 2014

Che lingua mia suocera!



Eh si, lo ammetto: la ricetta di queste belle lingue di suocera ripiene mi è stata passata da mia suocera!
Purtroppo forse nella foto non rendono bene perchè, ai fini fotografici, le ho dovute immortalare a circa 3/4 della cottura. In realtá quando sono cotte fino in fondo si presentano belle rosolate e un po' grinzose... Ma che sapore hanno!
Facilissime, autonome (una volte infilate in forno ve le scordate per almeno 45 minuti) e sempre, dico sempre, apprezzatissimo.
Bando alle lingue allora: partiamo!

10 circa Lingue di suocera rosse e gialle (le verdi tendono ad essere troppo acerbe)
2 scatole grandi di tonno sgocciolato
10 circa olive nere saporite
Una manciata di capperi sciacquati dal sale
4 filetti di acciuga sott'olio
12/14 pomodori ciliegino
Una manciata di basilico fresco
Pane raffermo (solo mollica) o quello già pronto per canederli
Un sorso di latte
3/4 cucchiai di pisellini in barattolo

Lavare e svuotare dai semi e dai filamenti bianchi le lingue di suocera
Metterle ad asciugare cospargendo l'interno con un pizzico di sale.
Nel mentre prepariamo l'impasto mettendo il pane in ammollo con un sorso di latte (giusto per facilitare la fase di impasto).
Tritiamo grossolanamente le acciughe, le olive private dell'osso, i pomodori, il basilico.
Inglobiamo tutto con il pane ed il tonno, impastando bene con le mani di modo che il succo dei pomodori e gli altri ingredienti di mescolino omogeneamente.
Per ultimi aggiungere i piselli che non devono eccessivamente spappolarsi.
Inserire l'impasto nelle lingue di suocera lasciando mezzo centimetro vuoto in testa: il ripieno cuocendo tende a gonfiarsi e fuoriuscire!
Ora irroriamo di olio ed un pizzico di sale una grande teglia di alluminio, adagiamovi dentro i peperoni facciamoli rosolare sulla fiamma del fornello fino a che non presenteranno qualche striscia ben colorata.
Inforniamo quindi a 190 gradi per 45 minuti/ un ora, rigirando i peperoni almeno una volta.
Più riposano e si riscaldano, più sono buoni, fidatevi!

venerdì 17 gennaio 2014

ScottFish egg!


Questa rivisitazione del più classico - ma non meno godurioso Scottish egg - la dedico alla mia amica Ileana che, proprio come me, nutre un amore viscerale per tutto ciò che é anche vagamente british! ;)
Lo Scottish egg, per chi non ha mai avuto occasione di provare tale colesterolica delizia, non é altro che un saporitissimo polpettone di salsiccia suina con all'interno un bell'ovo sodo.
Buonissimo e .... Indigeribile!
Io ho avuto la fortuna di assistere alla rivisitazione ittica di questo classico e ho deciso di approfittarne per far fuori almeno una delle scatolette di polpa di granchio acquistate in blocco in un momento di scarsa luciditá....
Premetto che, riproponendo questa variante, utilizzerei della polpa di granchio fresco o comunque l'abbinerei ad un pesce più saporito rispetto al salmone, perchè il risultato era un pochino troppo delicato per i miei gusti.
Sostituendo il tipo di pesce, magari con del tonno fresco o della polpa di sgombro, sono certa verrebbe una bomba!
Io procedo a fornirvi la ricetta così come l'ho fatta per 2 persone:

3 uova bollite per 5 minuti esatti
Una scatoletta di polpa di granchio ben strizzata
Un trancio di salmone di circa. 2/3 etti
Aneto fresco
Dragoncello
Prezzemolo
Tabasco

Per la panatura:
2 cucchiai di farina
1 uovo sbattuto allungato con 2 cucchiai di latte
Pangrattato

Sgusciare con moooooooolta delicatezza le uova bollite per 5 minuti esatti.
Nel frattempo frullare nel mixer il salmone, la polpa di granchio, le erbe aromatiche e parecchio tabasco (almeno due cucchiaini).

Con questo impasto formare tre palle da tennis, appiattire una palla alla volta nel palmo della mano, porre al centro l'uovo e con molta gentilezza coprirlo ben bene con l'impasto.
Passarle nella farina, quindi nell'uovo e poi nel pangrattato.
Porre le uova infagottate per almeno mezz'ora in frigo.
Scaldare bene l'olio e friggere per circa 3/4 minuti, comunque fino a che non risultano ben dorate.

Servite tagliando a metá e godetevi la colata di lava succulenta che inonderá il piatto!

P.s.: io ho accompagnato con carote viola lessate al microonde per circa 4 minuti. Per chi non le avesse mai provate, sappiate che hanno un sapore più fresco rispetto a querele normali, come di una carota che ha amoreggiato per un po' col signor sedano. A me sono piaciute moltissimo!



martedì 14 gennaio 2014

Pita addicted!


Se avessi immaginato quanto è semplice fare il pane Pita, ne sarei diventata dipendente anni fa!
Una emerita cavolata, che viene in aiuto anche quando in casa di pane non v'è traccia, non si ha voglia/tempo/pazienza per sfornare una pagnotta e si ha un disperato bisogno di qualcosa da farcire e ingollare in un nano secondo.
Io avviso: da dipendenza!
E quello che sono stata capace di produrre per il ripieno..... Va beh, tengo solo a precisare che oltre ad essere godurioso è pure rapido da preparare (tipo 30 minuti?)
E alloraaaaaaaaaaa........fiato alle Pitas!

Per il pane Pita (circa 30 focaccine)
560 gr farina setacciata
300 ml di acqua tiepida
10 gr di sale 
1 cucchiaino lievito secco
Un goccio d'olio d'oliva

Sciogliere il lievito nell'acqua tiepida e lasciarlo a riposare per un paio di minuti.
Aggiungere ora il lievito sciolto alla farina e al sale: non importa mettere il sale lontano dal lievito in questo caso, perchè l'impasto non deve lievitare.
Impastare per 15 minuti a mano (10 minuti con l'impastatrice).
Versare ora l'olio sulla pasta, dare ancora una veloce impastata e mettere a riposare per mezz'ora coperta da cellophane.
Formare ora delle palle grandi come mandarini, tirarle col mattarello in modo che siano spesse circa 2/3 millimetri.
Scaldare sul fuoco un tegame (quello per piadine, ma anche una semplice padella è perfetta) tenendo a portata di mano il coperchio - o un'altra padella - con il quale coprirla non appena adagiata la Pita.
In questo modo si crea il giusto "habitat" che permetterà alla Pita di cuocere gonfiandosi ben bene.
Bastano pochi minuti e mi raccomando: occhi aperti perchè ci vuol poco a carbonizzarla!!!! ;)

Per il ripieno
Un pezzo di spalla di manzo a cubetti o striscioline
Cipolla
Carota
Farina (un cucchiaio)
Vino bianco (se avete sidro di mele sarebbe perfetto!)
Aglio 
Timo
Alloro
Brodo di carne
Passata di pomodoro o concentrato

Infarinare velocemente i pezzetti di carne (piccoli! Devono riempire la Pita) e rosolarla in padella con un filo di olio.
Una volta preso colore toglierla dalla padella e tenerla in parte.
Nella stessa padella, rabboccando l'olio, soffriggere un trito di carota, cipolla e l'aglio intero.
Aggiungere il timo e l'alloro, aggiungere la carne, sfumare con il vino (o sidro) ed una volta evaporato l'alcool inserire la passata.
Mescolare bene, diluire con il brodo e lasciare sobbollire per una mezz'ora almeno: ovviamente più cuoce e riposa, più il gusto e la consistenza ne trarranno beneficio!
Si potrebbe anche infornare a 170 gradi per un'ora e mezza: in questo modo avreste le mani libere per fare altro. 
La consistenza deve essere cremosa, non brodosa. La farina con cui abbiamo infarinato la carne servirá proprio da addensante.

Ora, con delicatezza, aprie un lato delle Pita, farcitelo con la carne, insalata a striscioline e siate pronti a precipitare nel baratro della dipendenza da Pita!





venerdì 10 gennaio 2014

Il tortello di Surrient....



Beh in realtá questi tortelli escono dalla mia piccola cucina bolzanina, ma l'aroma predominante di agrume me li fa sentire più vicini alla costiera sorrentina che non ai crinali alpini!!!
Sto decisamente rivalutando l'utilizzo del limone nelle ricette salate, cosa che fino a pochissimo tempo fa mi lasciava dubbiosa.
Credo che la nonna paterna ne mettesse la scorza nella preparazione del sugo di pomodoro per la pasta e comunque era presente anche nel ripieno di alcuni tortelli tipici sardi. E io a quella tenera età non ero pronta a tali audaci accostamenti, quindi ne son rimasta lontana per lunghi anni.
Grazie al cielo ho superato questa fase, altrimenti mi sarei persa questi bocconi di Paradiso!

Nella foto li vedete conditi con un semplicissimo sugo di pomodori ciliegini della Longobardi srl: io non sono sponsorizzata da nessuno, devo solo farvi sapere che questi pelati portati da mio marito direttamente da Scafati sono una leccornia.
Ad ogni modo dicevo: consiglio di condirli o con un sugo di pomodoro semplice (solo uno spicchio di cipolla, nessun altro aroma) o con del classico burro e parmigiano.

Per la pasta (circa 70/80 tortelli)
300 gr di farina 00
3 uova grandi
Sale

Impastare bene e lasciar riposare avvolta nel cellophane almeno per 30 minuti.

Per il ripieno
4 etti circa di ricotta saporita (romana o di pecora)
2 cucchiai parmigiano grattugiato
1/2 scamorza affumicata (quelle piccole come un pugno)
2 etti prosciutto cotto affumicato (al forno, alla brace, del contadino)
Maggiorana
Scorza grattugiata di mezzo limone
Sale e pepe

Il procedimento credo lo conosciate tutti, non devo insegnare nulla no?
Ricordo solo che l'ideale è tirare la pasta a velo: in questo caso meglio congelare i tortelli che non mangiate subito o adagiarli in un piatto spolverato con semolino.
La ricotta infatti tende ad inumidire una pasta tanto sottile e quindi appiccicarsi al piatto: il semolino dovrebbe rendere più semplice staccarli.
Tempo di cottura: 3 minuti in acqua bollente salata, un tuffo nel sugo e via, verso bocche fameliche!

giovedì 9 gennaio 2014

PotPork surprise!


Ultimamente sto sovra utilizzando la carne di maiale, ma è più forte di me: il perfetto connubio tra magrezza e sapore mi fa impazzire!
In questa ricetta ho abbinato il succulento sapore del maiale con le adorate patate: da qui il nome Pot(ato)Pork.
È visto che più che hamburger sono ciambelle, quale idea migliore del posizionare al centro della ciambella un godurioso uovo?
Quindi ecco anche la sorpresa!

Come sempre io con le quantitâ ci litigo, quindi cercate di avere pietà: secondo me il bello di certe ricette (fatta eccezione per la pasticceria dove quantitá e tempi sono insindacabili) è che cambiano in base all'interpretazione personale.
Ogni volta può uscirti un sapore differente, una consistenza nuova.
Ricordo ancora alcune ricette dei primi tempi in cucina, cose del tipo: oh cavolo che faccio stasera?
Mi annoia da morire il piatto di pasta al pomodoro, la bistecchina con l'insalata.... 
Povero mio marito che a volte implora un piatto di maccheroni con pomodori e basilico!!!!! ;)
 Rimane memorabile nei nostri ricordi un piatto che ha preso oramai un sapore mistico: La sbobba dell'Imperatore.
Una cosa esteticamente indescrivibile, ma con un tale sapore che venne spazzolata in un nano secondo.
Peccato non ricordarsi assolutamente gli ingredienti.... Ahimè!

Cominciamo?
Per due persone:
4 fettine di lonza di maiale (o carne macinata)
1 cipolla
2 patate medie
2 uova
Rosmarino
Sale e pepe



Far soffriggere la cipolla con poco olio.
Una volta fredda aggiungerla alla carne macinata.
Grattugiare le patate, porle in un canovaccio e strizzare fino a che non avranno espulso tutto il loro liquido: in questo modo si cuoceranno bene e in minor tempo.
Aggiungerle alla carne, mescolare tutto insieme a sale, pepe e rosmarino tritato.
Formare degli hamburger e creare un buco al centro.
Posizionarlo in padella oliata e farli rosolare bene.
Quando il ciambella-budget è pronto, rompere all'interno del foro un uovo, cospargerlo di sale e chiudere la padella con il suo coperchio, avendo l'accortezza di spegnere il fuoco.
Un paio di minuti e l'uovo cuocerà mantenendo però il tuorlo cremoso.
Che goduria!!!!!!?



martedì 7 gennaio 2014

Paccheri panciuti! ;)


Ok: la foto non é il massimo, ma in tutta onestá rende bene il risultato.... Paccheri divorati!!!!!
E la foto son riuscita a farla solo ai pochi "cadaveri" rimasti in teglia.
Credo che questo esperimento sia stato il piatto più apprezzato del cenone della Vigilia.
Sicuramente parte del merito va agli spettacolari porcini frutto della caccia senza pietá del fratellone nei boschi nostrani: nella ricetta originale di Sonia Peronaci infatti venivano utilizzati semplici champignon, ma potevo rinunciare alla ricchezza di questi fantasmagorici porcini? 
Naaaaaaaa!
Quindi ecco qui la ricetta dei Paccheri ripieni, ricetta che a pieno titolo riproporrò per deliziare amici e parenti.
Pronti? Via!

1 confezione di Paccheri (circa 400 gr)
1 porro
400 gr circa di funghi a scelta
300 gr circa di salsiccia mantovana (o altro tipo a scelta)
400 gr di ricotta (vaccina o di pecora, a scelta)
150 gr parmigiano grattugiato
1spicchio di aglio
1/2 bicchiere di vino bianco
1 cucchiaio di conserva di pomodoro

Per la besciamella (deve essere piuttosto liquida)
20 gr burro
10 gr farina
200 ml di latte intero

Rosolare porro e aglio in un filo d'olio.
Aggiungere la salsiccia senza la pelle e ben sgranata.
Rosolare bene e sfumare con mezzo bicchiere di vino bianco e una cucchiaiata di conserva di pomodoro.
Aggiustare di sale e pepe ed aggiungere il timo fresco.
Aggiungere ora i funghi: devono essere tagliati a pezzetti piccoli!!!!

Preparare la besciamella mentre il ripieno prende sapore.
Cuocere i Paccheri e scolarli a metá cottura: irrorarli con un filo d'olio una volta scolati in modo che non si azzecchino (come direbbero a Napuleeeeee ;)
Una volta raffreddato il ripieno di salsiccia e funghi aggiungere la ricotta e il parmigiano.
Trasferire il ripieno in una sacca da pasticcere senza bocchetta: tagliatela in modo che il ripieno possa passare senza problemi, ma è importante che la punta entri nel Pacchero.
Ricoprire il fondo di una pirofila con uno strato di besciamella e disporre in verticale i Paccheri in modo che sia facile poi riempirli direttamente con la sacca da pasticcere.
Ora il lavoro duro: riempire con il ripieno ogni pacchero! 
Ad essere onesta con la sacca è stato un gioco da ragazzi....
Una volta riempiti tutti, coprirli con un po' di besciamella (senza esagerare) ed una spolverata di formaggio.
In forno a 180 gradi per 30 minuti e poi 10 minuti di grill per una crosticina da paura!!!!!





lunedì 6 gennaio 2014

Tutti sotto coperta!!!!!!




Potevo iniziare il primo post del nuovo anno con i classici auguri, ma sarebbe stato poco nel mio stile.
Invece lo comincio con 2 - e ripeto 2 -  ricettine sfiziosissime per degli antipasti che sono oramai collaudati e che son più semplici a farsi che a dirsi.
Anzi: sono più semplici a finirsi!!!!!!
Bando alle ciance e via con le due ricette che prevedono l'utilizzo entrambe di pasta sfoglia tassativamente acquistata al negozio!!!! ;)

Il cuore tenero della zucca (per gentile concessione dell'amicona Vania Gatto)
Per circa 6/8 tortine
Una zucca (io ho scelto la mantovana, l'importante è che sia dolce)
1/2 cipolla rossa
Parmigiano grattugiato
1tuorlo d'uovo
1rotolo di pasta sfoglia rettangolare
Lamelle di mandorle
Sale, pepe (noce moscata o cannella se piace)

Togliere la scorza ed i semi alla zucca, tagliarla in fette di circa 3/4 cm e infornarla stesa su una teglia per circa 20 minuti a 160 gradi.
Ritengo che questo passaggio permetta alla zucca di esprimere al meglio la sua dolcezza.
Nel mentre far rosolare in un po' di olio e una noce di burro la cipolla affettata finemente.
Quando è morbida aggiungere la zucca semplicemente trasformata in purea con l'aiuto di una forchetta.
Cuocere per una decina di minuti, aggiungere il formaggio, aggiustare di sale e pepe.
In ultimo le mandorle a lamelle.
Non c'è in effetti un tempo di cottura stabilito: in fin dei conti la zucca è giá stata cotta in forno. Deve solo insaporirsi e perdere l'eccesso di liquido.
La consistenza deve essere quella di un purè denso.
Lasciar freddare.
Stendere la sfoglia e ricavarne dei cerchi del diametro di circa 6/7 cm con il coppa pasta (la misura è soggettiva, fate come più vi piace).
In un cerchio mettere un bel cucchiaio di composto e sigillare con l'altro cerchio spennellando i bordi di acqua affinchè aderisca bene.
Spennellare con il tuorlo d'uovo sbattuto e fare una piccola incisione a croce in modo che l'umidità fuoriesca e la pasta risulti gonfia e croccante.
Cuocere a 180 gradi per circa 10/15 minuti, comunque fino a che le tortine non sono gonfie e dorate.
P.s.: la prima volta feci dei fagottini anzichè delle tortine, ma i lembi del fagotto durante la cottura si
aprirono e, seppur buoni, non furono molto scenografici.

Gamberi sotto coperta
Code di gambero
1rotolo di pasta sfoglia rettangolare
Pancetta in fette
1tuorlo d'uovo
Pepe nero

Sgusciare le code di gambero mantenendo attaccata la parte finale della coda. Eliminare il filo nero sul dorso.
Asciugare il gambero e avvolgerlo con una striscia sottile di pancetta e quindi con una striscia di pasta sfoglia.
Mentre si avvolge la pasta usare l'accortezza di lasciare spazio tra una spira e l'altra di modo che, una volta cotti, si intraveda il colore della pancetta o del gambero.
Posizionarlo su una placca, spennellare bene con il tuorlo dell'uovo e una abbondante grattugiata di pepe nero fresco.